Il giorno in cui con uno spasmo
felice e pieno di stupore
sorseggiai il profumo dell’aria
che mi accoglieva dolce e amaro
incitandomi alla gioiosa e sublime dissipazione
della vita
Il giorno in cui in migliaia di vortici incrociati
tagliai il vuoto a croce
girando le mie braccia
Il giorno in cui attraverso l’occhio appannato
vidi un uccello volare
e insegnare ai suoi pulcini come
levarsi
Quando capii la prima volta
che sarei stata anch’io pulcino,
uccello
e di nuovo pulcino…
Ti sentii vicino
percepivo le tue gentili narici
e le tue ciglia, minuscolo boschetto intorno all’occhio
e provai un senso di pienezza
perché scorgevo chiaramente il raggio
che giocava nel tuo occhio,
e raggiungeva col sorriso lo sguardo e il tepore il mio occhio
Avevamo strane luci
che ci assimilavano…
il mio raggio nasceva dal tuo
sentii allora che per sempre
quel filo invisibile e forte
che ti aveva formato
stava plasmando anche me
e avrebbe plasmato
molti altri come me e te
ed era lo stesso
lo stesso
per te
per me e per molti altri come me e te
grazie alla luce.

– traducere de Marco Maggini –
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Grazie, carissimo mio Amico Marco!

”….È una stupenda poesia d’amore per il suo uomo e per la vita, che si costruisce sulla profonda e dolorosa consapevolezza dell’inevitabile esito drammatico di ogni esistenza.
Ci sono momenti però in cui l’amore sembra trionfare sulla morte, quegli attimi in cui si ritorna „pulcini”, in cui si avverte l’opera plasmatrice dell’amore-luce.”
Marco Maggini
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Sono pesi queste mie poesie,
pietre spinte lungo una salita.
Le porterò stremata
allo strapiombo.
Poi cadrò, viso nell’erba,
non avrò lacrime abbastanza.
Smembrerò la strofa
scoppierà in singhiozzi il verso
e si pianterà nel palmo
con dolore anche l’ortica.
L’amarezza di quel giorno
tutta trasmuterà in parola.

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-traduzione di Federico Federici-
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Тяжелы мои стихи,
Камни в гору.
Донесу их до скалы,
До упору.
Упаду лицом в траву,
Слёз не хватит.
Разорву строку свою,
Стих заплачет.
Больно врежется в ладонь
Крапива.
Превратится горесть дня
Вся в слова.

Vom sări peste zid,
în întunericul altei grădini,
două umbre în umbră.

Iarna n-a plecat încă,
iar mărul apare
brusc preschimbat
într-o cascadă
de stele înmiresmate.
Nopții îi vom atinge
întinderea tremurătoare,
iar mâinile-ți mici și-ale mele
îi vor fura stelele.

Și în tăcere
în casa noastră,
în noapte și-n umbră,
cu pașii tăi o să intre
pasul tăcut al miresmelor
iar cu picioare înstelate
trupul curat al primăverii.
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-traducere de Catalina Franco-
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Nella notte entreremo
a rubare
un ramo fiorito.

Passeremo il muro,
nelle tenebre del giardino altrui,
due ombre nell’ombra.

Ancora non se n’é andato l’inverno,
e il melo appare
trasformato d’improvviso
in cascata di stelle odorose.
Nella notte entreremo
fino al suo tremulo firmamento,
e le tue piccole mani e le mie
ruberanno le stelle.

E cautamente
nella nostra casa,
nella notte e nell’ombra,
entrerà con i tuoi passi
il silenzioso passo del profumo
e con i piedi stellati
il corpo chiaro della Primavera.
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In the night we shall go in
to steal
a flowering branch.

We shall climb over the wall
in the darkness of the alien garden,
two shadows in the shadow.

Winter is not yet gone,
and the apple tree appears
suddenly changed
into a cascade of fragrant stars.
In the night we shall go in
up to its trembling firmament,
and your little hands and mine
will steal the stars.

And silently,
to our house,
in the night and the shadow,
with your steps will enter
perfume’s silent step
and with starry feet
the clear body of spring.

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En la noche entraremos
a robar
una rama florida.

Pasaremos el muro,
en las tinieblas del jardín ajeno,
dos sombras en la sombra.

Aún no se fue el invierno,
y el manzano aparece
convertido de pronto
en cascada de estrellas olorosas.
En la noche entraremos
hasta su tembloroso firmamento,
y tus pequeñas manos y las mías
robarán las estrellas.

Y sigilosamente,
a nuestra casa,
en la noche y en la sombra,
entrará con tus pasos
el silencioso paso del perfume
y con pies estrellados
el cuerpo claro de la primavera.