Ho scavato tutta la terra per trovarti.
Ho setacciato la sabbia del deserto nel cuore
Sapevo che la luce del Sole
non e completa senza l’uomo.
Mentre adesso guardando
tra la trasparenza del mondo
-tramite Te- le cose si avvicinano,
diventano piu chiare, diventano trasparenti
Adesso sono capace di esprimere
la sua armonia con una poesia.
Prendero una pagina bianca,
e mettero in fila la luce.
Lună: decembrie 2016
Alfred Veirave’,”La Gioconda”
Limpida e qui la luce, una caduta di petali forse.
L’eternita, il velo del suo svelarsi.
Suo unico ricordo, il Rinascimento.
Circolare e in crescita come atteso,
Gelidamente calda, sorridendo appena: la
Gioconda.
Dietro, un paesaggio di illusioni come difesa.
In alto, sopra Parigi, ritte creature in agguato,
E si e udito, rosa e grigio, il puro silenzio.
La sua contenuta delizia.
Tuttavia non capiamo cosa le ha impedito di piangere,
Quale verita,
Quale sentimento provava a dire quel sorriso,
Interminabile, aperto, chiaro.
E al Louvre
Dimenticata la sua progenie
Lontano da ogni distacco, Leonardo,
E questo sorriso comune, chiuso, scuro,
Definitivo, nostro.
Alfred Veirave’,”La Gioconda”
Paul Celan

La notte , quando il pendolo dell’amore oscilla
tra sempre e mai,
la tua parola si spinge fino alle lune del cuore
e turchino come un temporale, il tuo
occhio porge alla terra il cielo.
Da un remoto luco, annerito dai sogni,
ci spira incontro quanto esalammo,
e quanto omettemmo s’aggira grande come i fantasmi del futuro.
Ciò che adesso si leva e si abbassa
riguarda quanto intimamente è sepolto:
cieco come lo sguardo che tra noi s’incrocia,
esso bacia sulla bocca il tempo.
…………………………………………………
A noite, quando o pêndulo do amor
entre sempre e nunca,
Sua palavra vai para o coração das luas
e azul como uma tempestade em seu
olho no céu para a terra possui.
A partir de um Luco remoto, enegrecido pelos sonhos,
Como nos encontramos respira exalado,
e tão grande como a omissão vagueia os fantasmas do futuro.
Isto agora sobe e desce
No que respeita ao profundamente enterrado:
cego como o olhar que cruza entre nós,
ela beija na boca o tempo todo.
––––––
Nachts, wenn das Pendel der Liebe schwing
Zwischen Immer und Nie,
Stößt dein Wort zu den Monden des Herzens
Und dein gewitterhaft blaues
Aug‘ reicht der Erde den Himmel.
Aus fernem, aus traumgeschwärztem
Hain weht uns an das Verhauchte,
Und das Versäumte geht um, Groß
wie dieSchemen der Zukunft.
Was sich nun senkt und hebt,
Gilt dem zuinnerst Vergrabnen:
Blind wie der Blick, den wir tauschen,
Küsst es die Zeit auf den Mund.
Jorge Luis Borges,”Ausencia”
Dovrò di nuovo erigere la vasta vita,
specchio di te ancora:
dovrò ricostruirla ogni mattina.
Ora che non ci sei,
quanti luoghi son diventati vani
e senza senso, uguali
a lampade di giorno.
Sere che ti hanno accolto come nicchie,
musiche dove trovavo te ad attendermi,
parole di quel tempo,
dovrò distruggervi con questa mani.
In quale baratro potrò celare l’anima
perché non veda la tua assenza,
fulgida come un sole orribile
che non tramonta mai, spietata, eterna?
La tua assenza mi sta attorno
come la corda al collo,
come il mare a chi affoga.
-Traduzione di Tommaso Scarano-
Habré de levantar la vasta vida
que aún ahora es tu espejo:
cada mañana habré de reconstruirla.
Desde que te alejaste,
cuántos lugares se han tornado vanos
y sin sentido, iguales
a luces en el día.
Tardes que fueron nicho de tu imagen,
músicas en que siempre me aguardabas,
palabras de aquel tiempo,
yo tendré que quebrarlas con mis manos.
En qué hondonada esconderé mi alma
para que no vea tu ausencia
que como un sol terrible, sin ocaso,
brilla definitiva y despiadada?
Tu ausencia me rodea
como la cuerda a la garganta,
el mar al que se hunde.
Paul Eluard, ”L’innamorata”-”L’amoureuse”
Mi sta dritta sulle palpebre
E i suoi capelli sono nei miei,
Di queste mie mani ha la forma,
Di questi miei occhi ha il colore,
Dentro l’ombra mia s’affonda
Come un sasso in cielo.
Tiene gli occhi sempre aperti
Né mi lascia mai dormire.
I suoi sogni in piena luce
Fanno evaporare i soli,
E io rido, piango e rido,
Parlo e non so che dire.
………………..
Elle est debout sur mes paupières
Et ses cheveux sont dans les miens,
Elle a la forme de mes mains,
Elle a la couleur de mes yeux,
Elle s’engloutit dans mon ombre
Comme une pierre sur le ciel.
Elle a toujours les yeux ouverts
Et ne me laisse pas dormir.
Ses rêves en pleine lumière
Font s’évaporer les soleils
Me font rire, pleurer et rire,
Parler sans avoir rien à dire.
Abbi cura dei tuoi
ricordi, perché non
puoi viverli di nuovo.
Bob Dylan
Georg Trakl
”Chant d’un merle captif”
À Ludwig von Ficker
Souffle obscur dans les vertes ramures.
De minuscules fleurs bleues inondent le visage
Du solitaire, le pas d’or
S’en va mourant sous l’olivier.
S’envole la nuit de son aile ivre.
Si douce saigne l’humilité,
Rosée qui lentement s’égoutte de la ronce fleurie.
De ses bras radieux, la pitié
Enserre un cœur qui se brise.
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”Gesang einer gefangenen Amsel”
Für Ludwig von Ficker
Dunkler Odem im grünen Gezweig.
Blaue Blümchen umschweben das Antlitz
Des Einsamen, den goldnen Schritt
Ersterbend unter dem Ölbaum.
Aufflattert mit trunknem Flügel die Nacht.
So leise blutet Demut,
Tau, der langsam tropft vom blühenden Dorn.
Strahlender Arme Erbarmen
Umfängt ein brechendes Herz.
O. Kokoschka, ”Femeie in albastru”, 1919
G. Klimt
Vicente Aleixandre
Come nacque l’amore? Fu in autunno.
Maturo il mondo
non t’aspettavo ancora. Ed arrivasti
allegra, bionda, sfuggita dal tempo
indulgente. E ti guardai. Oh quanto mi sembrasti
ancora bella! E viva nel sorriso, a specchio
della giovane luna precoce
nella sera, e pallida, maliosa
in quell’aure dorate; come te
che dall’azzurro uscivi, senza un bacio
ma con la bocca accesa
già impaziente d’amore.
Ti guardai. La tristezza
scompariva lontana, di drappi lunghi colma,
come un pigro occidente che le onde ritira.
Quasi una pioggia leggera – il cielo, blu! – bagnava
la tua fronte ora nuova.
Amante, amante era quello il destino
della luce! Tu eri così dorata che il sole
non avrebbe potuto infiammarsi
di più per te, di te, per darti sempre
la sua passione luminosa, tenera
ronda del sole che gira
intorno a te, dolce astro, intorno a un corpo,
o un’anima soltanto? Ah la tua carne
luminosa lambiva come due ali tiepide,
come l’aria che muove un petto che respira
sentii le tue parole, il tuo profumo,
e nella fonda anima veggente
toccasti il fondo. Imbevuto
di te fino al midollo della luce
io sentii la tristezza, la tristezza
d’amore: oh come è triste l’amore! E già nasceva
nella mia anima il giorno. Splendendo
raggiava in te e in me l’anima tua raggiava.
Sentii nella mia bocca il gusto dell’aurora.
I miei occhi svelarono
la sua dorata verità. Sentii
nella mia mente uccelli che cantavano
e turbarono il cuore. Vi guardai dentro e vidi
le ramaglie, i lucenti viottoli, e un volo
di piume colorate
m’inebriò d’un acceso presente
mentre tutto il mio essere a un mezzogiorno
furioso, folle, sempre più bruciava
e il mio sangue chiassoso ruinava in fiammate
d’amore, di lucore, di pienezza, di spuma.
Vicente Aleixandre
Maria Luisa Spaziani,”Nulla di nulla”
Strappami dal sospetto
di essere nulla, più nulla di nulla.
Non esiste nemmeno la memoria.
Non esistono cieli.
Davanti agli occhi un pianoro di neve,
giorni non numerabili, cristalli
di una neve che sfuma all’orizzonte –
– e non c’è l’orizzonte –