La dolcezza di non aver famiglia né compagnia,
quel soave piacere simile al piacere dell’esilio,
quando l’orologio della lontananza attenua in noi
con indefinibile volutta
la vaga inquietudine di esser lontani:
io assaporo questo piacere a mio modo,
con una certa indifferenza.
Perché una delle caratteristiche del mio atteggiamento psicologico
e di non coltivare esageratamente l’attenzione
e di guardare con sufficienza persino ai sogni,
con la consapevolezza aristocratica che la loro esistenza
dipenda da noi.
Dare eccessiva importanza ai sogni
sarebbe come dare importanza
a un qualcosa che si e fatto reale,
e che percio ha perduto il diritto assoluto alla nostra delicatezza.
Le figure immaginarie
hanno piu spessore e verita di quelle reali.
Il mio mondo immaginario
e stato sempre per me l’unico mondo vero.
Non ho mai avuto amori cosi reali,
cosi pieni di verve, di sangue e di vita
come l’amore vissuto con figure uscite da me stesso.
Che peccato!
Ne ho nostalgia perché,
come ogni amore,
anche questi amori passano …