ANGE AU GRELOT

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Les choses que j’aurais tant voulu écrire
sont celles que je n’ai jamais su mettre en mots

Chatouillé par le grelot de l’ange
un bébé rit
Câlinée par le souffle du vent
une fleur fait « oui » de la tête

Jusqu’où aurait-il donc fallu poursuivre la route ?
Les jours d’après la mort à ceux d’avant la vie
en un cercle bien rond s’enchaînent

À présent j’ai droit au silence
Malgré la foule des paroles
Malgré les milliers de chansons
la tristesse ne s’est jamais dissipée et pourtant

La joie non plus ne s’est jamais envolée.

Tanikawa Shuntarô, ”L’album des dessins de Klee”

Corpo….

Corpo, facchino dell’anima, in cui sperare forse
sarebbe vano, amato corpo, piu che non amarti;
cuore in un vivente ciborio trasmutato;
bocca senza fine tesa alle piu nuove esche.
Mari dove si puo vogare, sorgenti dove si puo bere;
frumento e vino misti al banchetto rituale;
alibi del sonno, dolce cavita nera;
inseparabile terra offerta a tutti i nostri passi.
Aria che mi colmi di spazio e di equilibrio;
brividi lungo i nervi; spasmi di fibra in fibra;
occhi sull’immenso vuoto per poco tempo aperti.
Corpo, vecchio mio compagno, noi moriremo insieme.
Come non amarti, forma a cui io somiglio,
se e nelle tue braccia che stringo l’universo?

Marguerite Yourcenar19620_10204080495597707_5344864287266722145_n

il pianto della terra

 

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Tristezza, ho bisogno
della tua ala nera,
c’e troppo sole, troppo miele nel topazio,
ogni raggio sorride
sui prati
e tutto e luce rotonda intorno a me
e tutto, in alto, e come un’ape elettrica.
Percio
la tua ala nera
dammi,
sorella tristezza:
ho bisogno che si estingua qualche volta
lo zaffiro e che cada
l’obliquo rampicante della pioggia,
il pianto della terra:
voglio
quel tronco spezzato nell’estuario,
la vasta casa buia
e mia madre
che cerca
paraffina
per riempire il lume
finché la luce
non esalava l’ultimo respiro.

La notte era lenta a venire.
Il giorno scivolava
verso il suo cimitero provinciale
e fra il pane e l’ombra
ricordo
me stesso
alla finestra che guardavo cio che non era,
cio che non succedeva,
e un’ala nera d’acqua che calava
su quel cuore che li forse
ho scordato per sempre, alla finestra.
Ora, rimpiango
quella luce nera.

Dammi il tuo lento sangue,
pioggia
fredda,
dammi il tuo volo attonito!
Al mio petto
rendi la chiave
della porta chiusa,
distrutta.
Per un minuto, per
una breve vita,
toglimi luce e lascia
che mi senta sperduto e miserabile,
che tremi tra le fibre
del crepuscolo,
che riceva nell’anima
le mani
tremebonde
della
pioggia.

Neruda

”Il mare della donna”

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Il mare della donna cela la pienezza della beatitudine.
Le sue profondita si completano con tutto quello che e perfetto.
Le sue acque piu deliziose provengono dal pozzo della gioia,
Esse riempiono la mente, l’anima e il cuore.
Le sue onde ardono col fuoco inestinguibile,
Il suo domatore si alza e ricade spinto da una forza immensa,
Le sue forti turbolenze scuotono violentemente il mondo intero,
Molte navi affondano in quel mare.
I suoi fiotti sono immensamente fieri,
Le sue scogliere sono appuntite come delle lance,
Se il navigante e inesperto ed e poco specializzato,
La sua nave s’incagliera sulla scogliera e andra in pezzi.

Syar Bahr an-Nissa

L’ombre du soleil

M’attira il tuo sorriso come
Potrebbe attirarmi un fiore
Fotografia tu sei il fungo bruno
Della foresta
La sua bellezza
I bianchi sono
Un chiaro di luna
In un pacifico giardino
Pieno d’acque vive e d’indiavolati giardinieri
Fotografia sei il profumo dell’ardore
La sua bellezza
E ci sono in te
Fotografia
I toni illanguiditi
Vi si sente
Una melopea
Fotografia tu sei l’ombra
Del sole
Tutta la sua bellezza.

…………………………………………..

Dandelion11
Ton sourire m’attire comme
Pourrait m’attirer une fleur
Photographie tu es le champignon brun
De la forêt
Qu’est sa beauté
Les blancs y sont
Un clair de lune
Dans un jardin pacifique
Plein d’eaux vives et de jardiniers endiablés
Photographie tu es la fumée de l’ardeur
Qu’est sa beauté
Et il y a en toi
Photographie
Des tons alanguis
On y entend
Une mélopée
Photographie tu es l’ombre
Du Soleil
Qu’est sa beauté

Guillaume Apollinaire ,”Photographie”

 

” All’ipotetico lettore”

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Ho messo la mia anima fra le tue mani.
Curvale a nido.
Essa non vuole altro che riposare in te.
Ma schiudile,
se un giorno la sentirai fuggire.
Fa’ che siano allora
foglie e come vento
assecondando il suo volo.
E sappi che l’affetto nell’addio
non è minore che nell’incontro.
Rimane uguale e sarà eterno.
Ma diverse sono talvolta
le vie da percorrere
in obbedienza al destino.

M. Guidacci

Passo d’addio

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Ora rivoglio bianche tutte le mie lettere,
inaudito il mio nome, la mia grazia richiusa;
ch’io mi distenda sul quadrante dei giorni,
riconduca la vita a mezzanotte.

E la mia valle rosata dagli uliveti
e la citta intricata dei miei amori
siano richiuse come breve palmo,
il mio palmo segnato da tutte le mie morti.

Cristina Campo

De natura rerum

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Lucrèce le savait:
Ouvre le coffre,
Tu verras, il est plein de neige
Qui tourbillonne.

Et parfois deux flocons
Se rencontrent, s’unissent,
Ou bien l’un se détourne, gracieusement
Dans son peu de mort.

D’où vient qu’il fasse clair
Dans quelques mots
Quand l’un n’est que la nuit,
L’autre, qu’un rêve?

D’où viennent ces deux ombres
Qui vont, riant,
Et l’une emmitouflée
D’une laine rouge?

……………………..

Lucrezio lo sapeva:
Apri il baule,
vedrai, è colmo di neve
che turbina

e a volte due fiocchi
s’incontrano, unendosi
oppure uno si volta, graziosamente
nella sua poca morte.

Di dove quel chiarore
in alcune parole
quando l’una non è che notte,
l’altra, solo sogno?

Di queste due ombre
che, ridendo, vanno
e l’una raggomitolata
in una lana rossa?

Yves Bonnefoy

Santo Lo Curzio, „Viena, o dragoste.. – Vienna, un amore..”

SAM_6996Santo Lo Curzio, „Viena, o dragoste.. – Vienna, un amore..”

Viena și toamna frunzelor stacojii
Viena mea melancolică, dulce amintire,
– în piețele sale – tu, tu – în grădini,
în muzee, în metroul alb-roșu,
în minunatele-i cofetarii –
ceai, cafea, ciocolată, sacher,
pahare strălucitoare, lumini și trandafiri!
Chipul tău, mâinile tale blând
mângâind porțelanul Augarten
spun c-ar dori un poem spre-a te iubi
poate un sărut în muzeul lui Klimt
ori chiar un nud de creionul lui Schiele!
Viena, eșarfele tale în vânt,
plimbări sub arborii purpurii,
bucuriile-n ritmuri de Mozart,
Viena mea melancolică, dulce – amară iubire,
inima noastră mică – atât de mare!
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-traducere de Catalina Franco-

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Vienna e l’Autunno di foglie rosse
melanconica Vienna, dolce memoria
e tu nelle sue piazze, nei giardini,
nei musei, nelle metrò bianco rosse,
nelle sue pasticcerie splendenti
cioccolati, sacher tort, the, caffè,
vetri trasparenti, luci e quanti fiori!
Il tuo viso, le tue mani tanto morbide
sull’anse delle porcellane Augarten
forse ci vuole una poesia per amarti
forse un bacio nel museo di Klimt
o anche un nudo a matita di Schiele!
Vienna e i tuoi foulards nel suo vento
le passegiate sotto gli alberi viola
che ridono, suonano come Mozart
melanconica Vienna, dolciamari amori
i nostri cuori così minuti e tanto grandi!

…..aubade…..

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Ma tu dimmi, ti prego,
perché tarda tanto
l’alba.
Dove
sono,
non li sento
ancora
quei rari
che dichiarano:
è giorno, e ne ripetono
l’annuncio, e ne ribattono
forte
il conio da selce a selce
allegramente scarpinando.
Non li sento, non ci sono.
E gli uccelli persi
nell’universo loro, muti,
fino a quando?

Mario Luzi,” Lied-aubade”