LAMENTO DI ISIDE

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Vieni a casa tua, vieni a casa tua, o dio On!
Vieni a casa tua, tu che non hai nemici.
O bel giovane vieni a casa tua per vedermi.
Io sono la tua sorella che tu ami: tu non devi scostarti da me.
O bel ragazzo, vieni a casa tua.
Io non ti vedo ed i miei occhi ti desiderano.
Vieni a quella che ti ama, Wennofre, tu beato !
Vieni alla tua sorella, vieni alla tua consorte, tu stanco di cuore.
Vieni alla signora della tua casa.
Io sono la tua sorella della tua stessa madre,
tu non devi stare lontano da me.
Gli dei e gli uomini hanno vòlto a te il loro viso
e ti piangono insieme.
Io ti chiamo e piango, che s’oda fino al cielo.
Ma tu non odi la mia voce;
eppure io sono la tua sorella che amavi sulla terra:
tu non amavi nessuna all’infuori di me, fratello mio, fratello mio!

ANONIMO EGIZIO DEL 1000 a. C.
(Testo rituale egizio che faceva parte della liturgia nella celebrazione del culto
della dea Iside)

Se ci potessimo

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Se ci potessimo spogliare io e te
per ore ed ore lungo l’arco del tempo
e poi abbracciarci pelle con pelle
per ore ed ore, così viventi…
se ci potessimo baciare io e te
per ore ed ore, clessidre di labbra
davanti al sole, alla notte, alla luna
se non finirebbe mai questa poesia
parole, versi, ore, giorni, notti di baci
sapresti dirmi amore
sapresti ascoltarmi amore mio…
se il vento venisse a prenderci
per ore ed ore colla sua eco immortale
nude le labbra, nudi i nostri seni,
nude le mani, tremanti le anime
per ore ed ore sotto la pioggia di foglie
rosse, lente, plananti, suadenti
nudi noi due mentre danziamo l’amore…
 
 
Santo Lo Curzio,”Le foglie del se…”
 
30 Septembrie 2015

….l’absence la plus pure….

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Alain Bosquet, ”Autopsia neantului” ……”L’autopsie du néant ”
Niciodata nu mi-e dor de mine.
Nu-s decat clipa care-si recunoaste caderea.
Sunt verbul care nu exprima
nici fiinta, nici lucrul.
Uit ca mi-am pierdut amintirile,
pietricele pe un biet drum.
Sa aplaud ceea ce ma nimiceste:
vantul, viscolul,
vointa de-a nu fi nimic?
Ce fosila se-agita
in plamanii mei?
M-am decis sa fac autopsia neantului.
Sa fiu abstract mi-e de ajuns
ca sa merit
cea mai pura absenta.
………………………………………………..
Je n’ai jamais la nostalgie de moi.
Je ne suis que l’instant qui reconnaît sa
Je suis le verbe qui n’exprime
ni l’être ni la chose.
J’oublie que j’ai perdu mes souvenirs,
cailloux sur un pauvre chemin.
Dois-je applaudir ce qui m’efface :
le vent, la neige,
la volonté de n’être rien ?
Quel fossile s’agite
dans mes poumons ?
J’ai décidé l’autopsie du néant.
Être abstrait me suffit
pour mériter
l’absence la plus pure.

No, non c’è la morte.
Neppure questa pietra è morta.
E non è morto il frutto che è caduto:
tutto in vita ritorna al tocco delle dita,
tutto respira al ritmo del mio sangue,
del soffio che lo sfiora.
Così, quand’anche la mia mano seccherà,
nel ricordo vivrà di un’altra mano,
e tacita la bocca serberà
il gusto delle bocche che ha baciato.

Josè Saramago

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Then – flings in Paradise -…

10801850_727393567345670_6298313016409324293_nThe Love a Life can show Below
Is but a filament, I know,
Of that diviner thing
That faints upon the face of Noon –
And smites the Tinder in the Sun –
And hinders Gabriel’s Wing –

Tis this – in Music – hints and sways –
And far abroad on Summer days –
Distils uncertain pain –
‘Tis this enamors in the East –
And tints the Transit in the West
With harrowing Iodine –

‘Tis this – invites – appalls – endows –
Flits – glimmers – proves – dissolves –
Returns – suggests – convicts – enchants –
Then – flings in Paradise –

Emily Dickinson

Regalami una poesia…

11061169_483101125188155_2045324824679944820_nRegalami dei libri
che finiscano bene
in mancanza di romanzi
anche delle poesie
in mancanza di poesie
anche una quartina
in mancanza di una quartina
anche un solo verso.
Regalami un amore
che finisca bene
il vostro e fuggito via
il vostro ha lasciato la porta aperta
ai suoi fantasmi
Tristano ed Isotta
Romeo e Giulietta
Henri e Yvonne
papa e mamma
per sempre riuniti
per sempre separati.
Da quaranta anni
provo a scrivere una vita
che finisca bene
da quaranta anni
sono morto quaranta volte
sono nato quarantuno volte
da quaranta anni
sono coperto da cicatrici di separazioni
mi sveglio la notte
in mezzo ad una piaga
che lascia ciascuno
dall’altro lato del sangue.
Regalami dei libri
che finiscano bene
L’isola del tesoro
ma non Il Dottor Jekill e Mister Hyde
L’ammutinamento dell’Elsinore
ma non Vent’anni dopo
ma non Madame Bovary
non Il rosso e il nero
non, come il suo stesso titolo suggerisce,
Illusioni perdute
Le avventure del capitano Hornblower
ma non Moby Dick
Via dalla pazza folla
ma non Giuda l’oscuro
né parecchi capolavori del XX secolo
i Vangeli
ma non l’eroe dei Vangeli
né parecchie vite del XX secolo.
Lascia la pagina al suo biancore
attraversala
senza scriverla
non impegnarti in un verso
di cui ti rammaricheresti
che ucciderebbe nel grembo
gli altri versi.
Lascia questa donna al suo sguardo
non iniziare
una storia che finira male
un giorno
lei morira
ti lascera
ti lascera solo
dinanzi alla nostalgia immensa
dell’attimo
prima dell’incontro
quando era possibile
vivere una storia
che sarebbe finita bene
che non sarebbe finita affatto
come questo verso di Gérald Neveu
la bagnante scivola via parallela al desiderio
come quest’altro di Mallarmé
il trasparente ghiacciaio dei voli che non sono fuggiti.
Non so nuotare
ma la seguo
non comprendo i versi di Mallarmé
ma lo sento
come ho sentito
corre voce che si possa essere felici
e l’ho seguita.

Regalami una poesia
che non comincia
e non finisce

Regalami una poesia.

Yvon Le Men

…… parole sull’assenza…..

10885534_728253473926346_6617701038097476194_nNon m’importa se nella mia poesia il tuo corpo
è un sole in forma di donna
se il tuo corpo di sangue e d’argilla
resta lontano come l’astro da cui lo creo.
Non m’importa della poesia
se non è che parole sull’assenza.

………………………………………………………………………

Que m’importe que dans mon poème ton corps
soit un soleil en forme de femme
si ton corps de glaise et de sang
reste aussi loin que l’astre dont je pétris.
Que m’importe le poème
s’il n’est que mots sur l’absence

Alain Borne,”Que m’importe que dans mon poème ton corps”

…… la finestra con la luce……

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In ogni casa, amico,
c’e una finestra cosi’.
Non candele o lampade hanno acceso il buio:
ma gli occhi insonni!
Grido di distacchi e d’incontri:
tu, finestra nella notte!
Forse, centinaia di candele,
forse, tre candele…
Non c’e, non c’e per la mia
mente quiete.
Anche nella mia casa
e entrata una cosa come questa.
Prega, amico, per la casa insonne,
per la finestra con la luce.

Marina Cvetaeva

E resteranno gli uccelli……..

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…E me ne andro. E resteranno gli uccelli
a cantare:
e restera l’orto, col suo albero verde,
e col suo pozzo bianco.
Ogni sera il cielo sara azzurro e placido:
e suoneranno, come questa sera,
le campane del campanile.
Moriranno quelli che m’amarono
e la gente si rinnovera a ogni anno:
e in quell’angolo del mio orto fiorito e incalcinato,
il mio spirito errera, nostalgico…
E me ne andro: e saro solo, senza focolare, senza albero
verde, senza pozzo bianco,
senza cielo azzurro e placido…
E resteranno gli uccelli a cantare.

Juan Ramon Jiménez

Sei cosi bella…..

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Sei cosi bella tu,
come il morbido prato dietro l’arcobaleno
nel meriggio silenzioso d’acqua e sole,
come l’increspamento della primavera
di fronte al sole dell’aurora
come l’avena fine del serraglio
di fronte al sole del tramonto dell’estate
come i tuoi occhi verdi
col mio sorriso rosso
come il mio cuore profondo
col tuo amore vivo.

Juan Ramon Jiménez